L'ISOLA DELLE SCIMMIE              STUDIO


Alicano, la scimmia, è stato catturato dagli uomini.

Testimone incontaminato della loro morale deforme e dell’urgenza di sopraffazione che contraddistingue l’umanità vincente, riesce a fuggire e, raggiunta la sua isola, insegna alle scimmie sue simili la lingua appresa durante la prigionia.

Ma egli vuol tenere il suo clan lontano dalla cattiveria e dalla crudeltà.

Le scimmie, tuttavia, non trattengono la loro innocente curiosità e rapiscono, contro il parere del loro capo, tre esemplari della razza umana, un professore di morale, un viveur e una ballerina, che le trascineranno in un vortice di grottesca “civilizzazione”.

Si vestiranno per il gusto di spogliarsi, mentiranno per il gusto della menzogna, si sposeranno per il gusto di tradire.

E saranno ridicole, ma non più dei loro esemplari maestri.

Scritto e messo in scena nel 1922, questo visionario j’accuse rappresenta una umanità corrotta e corruttrice, meschina, violenta, votata all’apparenza, incurante della distruzione che genera nel suo procedere, e mette in discussione il cieco rotolare della civiltà verso una sofisticata, mistificata barbarie.