MIMESICA: IL VERSO DELL’UOMO

di
Domenico Galasso

Il metodo mimesico, o, più familiarmente, metodo mimico, elaborato dal Maestro Orazio Costa Giovangigli, si fonda sul principio che l’uomo posto di fronte alla realtà se ne impadronisca realizzandola corporalmente. Da questa intuizione, risalente alla prima metà del secolo scorso, Orazio Costa ha elaborato il metodo, perfezionandolo nel corso della sua attività di regista e pedagogo, tentando, sperimentando, ipotizzando possibili relazioni con tutte le modalità attraverso le quali si manifesta l’inesauribile incontro dell’uomo colla realtà. La validità di tale intuizione è stata confermata, negli ultimi anni, anche dalla individuazione dei cosiddetti neuroni-specchio che testimoniano della predisposizione empatica dell’uomo. Il metodo mimesico è stato adottato per decenni dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” per la formazione degli attori. Gli allievi di Orazio Costa ne proseguono l’attività, sperimentando e verificando l’efficacia del metodo in relazione ai più diversi campi del sapere.

Luogo di approfondimento dell’esperienza, l’atteggiamento mimesico predispone ad una amplificazione delle capacità espressive. È il riappropriarsi dell’alfabeto con cui la fantasia dell’uomo costruisce le proprie parole e le proprie frasi: luogo indispensabile ad una volontà di comunicazione: speranza di comunione e ricomposizione delle fratture. “Nell’unità del nostro io molteplice riconosciamo il luogo di convergenza delle molteplicità esterne”.[1]

L’istinto mimico può essere riscoperto ed esercitato secondo modelli di percorso indicati dal M° O. Costa in vari documenti di presentazione del metodo, ovvero nella redazione di programmi approntati in previsione di attività di insegnamento, o appuntati nei suoi quaderni, o tramandati oralmente durante le sue lezioni.

 “Amore per la vita e per la vitalità si manifestano nella nostra arte. L’attore è l’incontestato esperimento esemplare dell’uomo” - afferma Costa durante la sua prima lezione, al rientro in Accademia dopo un’assenza durata circa quindici anni, l’8 gennaio 1991. E prosegue “Poche attività umane possono aspirare al titolo di esperimento dell’uomo. L’unica altra pratica che spinga l’uomo alle sue conseguenze estreme è quella mistica. Anche lo sportivo rischia di toccare i confini delle capacità umane.”

“Dato lo strumento uomo, noi possiamo sperimentare noi stessi. Consideriamo un attore ideale: sa danzare, canta, sa trasformarsi, possiede doti di equilibrio (ma, sicuramente, non tutto alla perfezione). La voce, con la sua grana e le sue variabili, è il più intimo veicolo della personalità: non esiste mezzo più potentemente conduttore della personalità.” E accenna così i suoi suggerimenti all’attore che condenserà nella sintesi - vero e proprio testamento artistico e pedagogico della sua poetica - che qui di seguito riportiamo:

Se sapete che il vostro strumento siete voi stessi,
conoscete anzitutto il vostro strumento,
consapevoli che è lo stesso strumento

che danza, che canta, che inventa parole e crea sentimenti.
Ma curatelo come l'atleta, come l'acrobata, come il cantante;
assistetelo con tutta la vostra anima, nutritelo di cibo parcamente,
ma senza misura corroboratelo di forza, di agilità, di rapidità,

di canto, di danza, di poesia e di poesia e di poesia.
Diverrete poesia aitante, metamorfosi perenne dell'io inesauribile,
soffio di forme, determinati e imponderabili, di tutto investiti,
capaci d’assumere e di dimettere passioni, violenze, affezioni,
restandone arricchiti e purificati... tesi alla rivelazione di ciò che l'uomo è:
angelo della parola, acrobata dello spirito, danzatore della psiche,
messaggero di Dio e nunzio a se stesso e all’universo

di un se stesso migliore.[2] 

Esercitando, col recupero dell’istintività mimesica, la duttilità dei corpi e delle voci, si può raggiungere un elevato grado di coscienza e controllo degli strumenti a disposizione affinché l’esperienza del singolo diventi risorsacondivisa.

Sperimentare la vitalità diviene possibile qualora ci si renda disponibili a rinnovare il percorso che conduce all’atto creativo, ricominciare tutto dall’inizio, sempre. Se l’atteggiamento dilettantistico è - banalmente - la ripetizione di un modello di eleganza già sperimentato e frequentato in precedenza, l’atteggiamento che - al contrario - la mimica propone è di continua verifica e messa in discussione del modello di riferimento; invenzione e reinvenzione di analogie; non sottomissione a regole date, o a logiche conseguenze, o banali esiti del rapportocausa - effetto, ma rigenerazione del senso che ha condotto a quelle determinazioni in passato, e possibilità di generarne di nuove, eventualmente più rispondenti alla realtà che si immagini.

“Il merito presuntuoso del metodo è permettere di imparare per tempo a controllare l’esplosione della vitalità, ove per vitalità intendiamo una possibilità che sovrapponiamo alla vita” - afferma Orazio Costa - a partire dalla evidente disponibilità delle mani: esse sono, infatti, del nostro corpo, la parte più pronta a rispondere alla molteplicità delle sollecitazioni esterne.

RUDIMENTA

Un percorso che permetta una riappropriazione organica e coerente della cosiddetta reliquia mimica può avere luogo con degli esercizi preliminari indicati da O. Costa in un documento già pubblicato[3] e che qui di seguito ripercorriamo, accompagnandolo con un nostro commento. La traccia suggerita negli appunti da O. Costa è un corredo essenziale al processo di alfabetizzazione mimica. Egli indicava, occorre ricordarlo, una durata di circa cento ore per un corso di alfabetizzazione: altra durata richiede - ne consegue – un vero e proprio corso di formazione. In grassetto abbiamo evidenziato la sequenza degli indici mimici nell’ordine predisposto dal Maestro.

È utile, innanzitutto, evidenziare la disponibilità delle mani a rispondere immediatamente alle sollecitazioni: il monitore può, per esempio, lanciare degli oggetti di diversa dimensione, fattura, peso, fragilità e verificare come le mani si adattino immediatamente all’evenienza, consentendo che un paio di occhiali siano presi al volo con delicatezza, determinazione, forza, pronta resistenza diverse da quelle che occorrerebbero per il recupero al volo della loro relativa custodia, o di un libro, o di un foglio, o di una penna, ovvero di una piuma. L’utilizzo, in questo esercizio, di oggetti di uso quotidiano, magnifica l’impressione che riceve, chi si approcci all’esercitazione, della istintiva disponibilità del corpo.

mano = corpo

la corrispondenza analogica della mano col corpo è alla base di tutta la serie di esercizi successivi: la mano, colle sue cinque dita che corrispondono ai quattro arti e alla testa, ripete l’articolazione del corpo umano

respirazione mano

respirazione articolata

respirazione animaluccio

il meccanismo della respirazione attraverso cui il corpo immette ed espelle l’aria è investigato nei suoi evidenti, variabili esiti, secondando le diverse condizioni e indici mimici di riferimento: dalla mano che mima il polmone durante una respirazione piana, via via sempre più accelerata fino all’affanno, al ritorno al respiro regolare di un organismo in stato di riposo, ad un colpo di tosse, ad uno sbadiglio, al respiro di una risata o di un pianto, si passa alla mimazione del respiro di un animaluccio – un pulcino, per esempio, o un uccelletto maldestramente tenuto tra le mani da un bambino.

 

le due mani – destra-sinistra

La nostra conformazione enantiomorfa induce – generalmente - alla subordinazione di un emisfero all’altro, per cui una parte del corpo pare tendere a prevalere sull’altra, imponendo movimenti eseguiti, per imitazione speculare, dalla più debole. Liberare la nostra metà succube dalle imposizioni della parte più forte, permette di moltiplicare l’autonomia e la capacità creativa del corpo.

il fumo di sigaretta – una mano, l’altra mano: le due mani

cadute gravitazionali – la piuma, la foglia secca

il peso – la pietra

l’elasticità – pallina di ping-pong, palla di gomma, palla di biliardo

(Queste serie dovrebbero essere iniziali, non comportano l’identificazione, ma solo la constatazione della descrizione con la mano).

Questi esercizi possono facilmente essere eseguiti di seguito all’immediata osservazione diretta del fenomeno: inoltre, essendo in presenza di più esemplari di foglie, di piume, di pietre e di palline, la varietà delle cadute permetterà di porre più precisamente l’attenzione sulla unicità di ogni evento.


Attività manuali: osservare come la mano nell’entrare in contatto con diversi materiali ne sposa le caratteristiche

Abbiamo arbitrariamente anticipato questo passaggio mettendolo al primo posto nella sequenza: nell’esperienza di insegnamento degli ultimi venti anni abbiamo riscontrato l’efficacia dell’anteposizione. Sarà, tuttavia, utile richiamare alla memoria quanto esperito all’inizio del percorso.

VOCALIZZARE

grattare-scavare

incidere

scheggiare

lisciare-polire

graffiare

impastare

Nelle azioni suggerite dai verbi qui sopra indicati a titolo di esempio, la mano e l’apparato fonatorio individuano concordemente la tensione muscolare e articolatoria congrua - anche rispetto all’intensità dell’azione - da un grado minimo fino al suo accesso parossistico.

apprezzare con le mani diversi tipi di stoffa

una ruvida tela

una lana

un velluto

una seta

le diverse qualità dei tessuti sopra elencati richiedono alla mano una sapienza variabile e dal tessuto alla mano, dalla mano alla voce, la qualità può trasformarsi in variazione della fonazione.

Il fatto onomatopeico potrebbe essere considerato il reperto residuale di una fonazione avvenuta per induzione mimica.


identificazione col paesaggio

una vasta pianura

un paesaggio articolato

una catena di montagne

una palude

un corso d’acqua

L’apparente uniformità di una vasta pianura ci dà modo di apprezzare le minime variazioni pur nella sintetica e unitaria immagine dell’orizzonte; il paesaggio articolato e la catena di montagne magnificano la variazione dell’esperienza considerando la diversità degli elementi che compongono l’insieme; la palude e il corso d’acqua sono diverse condizioni in cui si manifesta lo stesso elemento.

 


da questo momento il lavoro con la mano diventa una costante forma di preparazione per ogni esercizio e soprattutto per quelli che possono implicare grande dispendio di energia fisica e mentale.

 

Dalla mano al corpo

                fumo mano – polso – gomito – spalla - testa – petto – ventre - cosce – ginocchia – piedi.

                  fumo con i piedi

                  il fumo bagnato che si asciuga diventando sempre più leggero.

-         la bandiera

condizioni di grande leggerezza che favorisce il rilascio

la nuvola

(si veda poi quanto concerne l’aria).

Come abbiamo già accennato, alla qualità mimesica, determinata in tensione muscolare e disponibilità delle articolazioni a costituire analogie col fenomeno oggetto di indice mimico, corrisponde un esito vocale possibilmente vario, effetto dell’azione mimesica stessa sulla muscolatura  e, in particolare, sull’apparato fonatorio. Il fenomeno oggetto di indice mimico può essere non solo un elemento naturale ma anche un’azione compiuta dallo stesso o sullo stesso.

Ogni monitore, durante la conduzione degli esercizi suggerisce sempre di diventare, evitando di usare il verboessere che presume una identificazione compiuta e statica.

Ecco, di seguito, una serie di indici mimici che costituisce un buon percorso di alfabetizzazione da proporre come essenziale esperienza, prima di passare allo studio di immagini mimiche tratte da testi poetici.

TERRA

Vita vegetale

alberi         olivo

quercia

cipresso

platano

 

la radice

 

il germoglio che si apre

il fiore

(i colori?)

l’albero e le sue stagioni

 

il filo d’erba

il campo

il bosco insieme – tutti

l’albero gigante – da solo.

ACQUA

la fonte

il fiume dalla sorgente alla foce

il mare    le onde

               il vortice

               le cascate

LA VITA ANIMALE

l’ameba

il gatto che gioca

il cavallo

il felino

 

il corteggiamento

(maschio e femmina)

 

la lotta   (i galli)

                (i cervi)

 

la predazione

                (l’uccello falco e il topolino)

la migrazione

-         il volo degli uccelli

-         la gabbia di Pirandello

 

le metamorfosi animali

-         bruco

-         farfalla

 

ARIA

 

fumo – nuvola

vento (il giornale accartocciato)

meteore: nebbia

                 pioggia

                 neve.

la tempesta - il tuono

 - il fulmine.

il sole, la luna, la luce, le ore

(alba, mattino, meriggio, pomeriggio, tramonto, crepuscolo, notte)

 

FUOCO

i fuochi

                        cenere

                        faville

                        incendi

                        liquefazioni

                        ebollizione

I PAROSSISMI

trombe d’aria

terremoto

ciclone

tempesta marina

eruzione

LE METAMORFOSI

                                  I CAMBIAMENTI DI STATO

                                  ultima zona

                                  rapidi passaggi

la rana dal girino

bruco – farfalla

l’onda e lo scoglio


[1] Tra virgolette è riferito il discorso diretto del Maestro Orazio Costa Giovangigli, trascritto fedelmente da chi scrive durante le lezioni seguite come allievo attore presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dall’a.a. 1990-1991 all’a.a. di perfezionamento 1992-1993. Delle lezioni di Orazio Costa agli allievi di quell’ultimo corso tenuto in Accademia furono effettuate video-registrazioni per centinaia di ore. Il materiale, custodito nell’archivio e nella biblioteca dell’Accademia, risulta oggi in gran parte inspiegabilmente disperso. La grave incuria ha fatto sì che del patrimonio culturale costituito dalle ultime lezioni, summa della sua esperienza artistica e pedagogica, resti traccia solo negli appunti degli allievi di allora e negli appassionati lavori di M. Boggio dedicati all’attività del Maestro.

 

[2] Nei pressi del Teatro della Pergola il Comune di Firenze ha apposto una targa su cui è inciso il brano.

 

[3] Maricla Boggio Il corpo creativo. La parola e il gesto in Orazio Costa Roma, Bulzoni, 2001. Si tratta di un documento, come spiega l’autrice, redatto intorno alla metà degli anni ’80: O. Costa predisponeva in questa sequenza l’alfabetizzazione mimica dei futuri allievi attori della Scuola di Bari - scuola di recitazione di grado accademico, destinata a maggiorenni diplomati - interamente concepita e fondata sul metodo mimesico; lo stesso documento sarebbe servito come traccia al film documentario prodotto e mandato in onda dalla RAI, per la regia della stessa M. Boggio, dal titolo L’uomo e l’attore – Orazio Costa, lezioni di teatro.