È il racconto di un uomo che non era nato con un cuor di leone e che fin da giovanissimo aveva capito che la condizione peggiore, a quei tempi, era quella di essere un animale senza artigli e senza zanne, e che pure non sentisse l'inclinazione ad essere divorato.
Lo spettacolo è un viaggio che affronta il romanzo dal punto di vista di don Abbondio, seguendolo a partire dalla prima minaccia di morte, i dialoghi con Perpetua, attraverso la fuga dei due promessi sposi, l'incontro con il Cardinale Federigo Borromeo, la calata dei lanzichenecchi, la carestia e la peste finale, che prepara il lieto fine.